Attività

25/05/2024 - 05/01/2025

Lungo il fiume. L'abitato etrusco del Forcello

Intorno alla metà del VI secolo a.C., nei pressi dell’attuale località Forcello a Bagnolo S. Vito poco fuori Mantova, sorgeva un insediamento etrusco. Era una vera e propria città che prosperò sulle rive del fiume Mincio per circa due secoli. A questo antico insediamento il Museo Archeologico Nazionale di Mantova dedica una mostra, con l’intento di far rivivere le sue mura di terra, le sue case dai tetti di paglia e le strade colme di gente, carri e bestiame, dove arrivavano preziose merci esotiche trasportate da navi che solcavano le rotte adriatiche. L’esposizione si intitola “Lungo il fiume. L’abitato etrusco del Forcello” a cura di Mari Hirose, Leonardo Lamanna e Marta Rapi ed è realizzata da Palazzo Ducale di Mantova in collaborazione con la Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio delle Provincie di Cremona, Mantova e Lodi e l’Università degli Studi di Milano. La mostra, dedicata alla memoria del prof. Raffaele Carlo de Marinis, autore dei primi studi sistematici sull’insediamento, rimarrà aperta fino al 6 gennaio 2025 ed è patrocinata dall’Istituto Nazionale di Studi Etruschi ed Italici, Sezione Etruria Padana e Italia Settentrionale.

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14/09/2024 - 05/01/2025

Nell'oro impressa. L'immagine dei Gonzaga nelle monete e medaglie della collezione di Banca Monte dei Paschi di Siena

L’iniziativa nasce dall’accordo tra il Palazzo Ducale di Mantova e Banca Monte dei Paschi di Siena che ha concesso in comodato gratuito al Museo la sua eccezionale raccolta di antiche monete e medaglie di Mantova e dei Gonzaga, con il sostegno della Fondazione Banca Agricola Mantovana. La collezione è formata dai beni appartenuti a Giulio Superti Furga di Canneto sull’Oglio (Mantova), al notaio Ermanno Casero di Milano e, soprattutto, al nobile mantovano Alessandro Magnaguti e comprende ben 2184 pezzi che spaziano dal XII al XVIII secolo. Questa straordinaria collezione, seconda solo a quella formata dal re d’Italia Vittorio Emanuele III, sarà esposta al pubblico  in alcuni ambienti dell’appartamento della Rustica, una fabbrica iniziata da Giulio Romano, il quale le diede la sua veste architettonica, e completata nelle decorazioni interne sotto la direzione di Giovan Battista Bertani, negli anni Sessanta del XVI secolo.
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28/09/2024 - 05/01/2025

LE STANZE RISCOPERTE. Neoclassicismo inedito nell’Appartamento Ducale

A conclusione di un restauro iniziato nel 2023 sono stati riaperti al pubblico tre ambienti in Corte Vecchia di dimensioni contenute la Camera di Giove e Giunone, la Camera di Leda e la cosiddetta Stufetta, che hanno rivelato decorazioni di epoca neoclassica e che sono visibili ora in un nuovo allestimento. 

Nel 2023 fu avviata una manutenzione delle logore stoffe novecentesche che rivestivano le pareti dei tre ambienti, ma sotto di esse emersero pitture neoclassiche, in diverso stato conservativo.

Queste pitture appartengono a una vastissima campagna decorativa occorsa in ampia parte della Corte Vecchia nel 1812-1813, in epoca napoleonica. Le decorazioni interessarono la sala del Pisanello, dei Papi, la Galleria Nuova, la Sala degli Arcieri e tutto l’Appartamento Ducale; documenti d’archivio permettono di precisare il nome del pittore, il lariano Agostino Comerio, incaricato di dipingere tutte queste sale, con l’assistenza di Alessandro Ferraresi, di Carlo Bustaffa e, probabilmente, anche di Giuseppe Canella. Il 99% di questi interventi decorativi di primo Ottocento fu cancellato in occasione di una campagna di lavori portata avanti da Paccagnini negli anni Cinquanta e Sessanta del Novecento: andarono perduti non soltanto gli apparati puramente ornamentali, ma anche vari inserti figurativi, poiché solo parte di essi furono strappati e conservati, venendo per la maggior parte eliminati. Alcune decorazioni furono però semplicemente nascoste sotto stoffe e sono riemerse lo scorso anno. Lo stato conservativo era però disomogeneo e quindi si è deciso di restaurare tutte le tracce pittoriche emerse a parete, ma di lasciare in vista solo quelle della Stufetta, molto ben conservate. Questo ambiente ci offre quindi oggi una preziosa testimonianza di quella perduta campagna decorativa di epoca napoleonica e del talento di Agostino Comerio, il quale in seguito divenne professore dell’Accademia di Brera, a Milano.

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25/10/2024 - 05/01/2025

RINASCIMENTO A MANTOVA Un nuovo allestimento nel Castello di San Giorgio

RINASCIMENTO A MANTOVA
Un nuovo allestimento nel Castello di San Giorgio.

Il principale evento di Palazzo Ducale sullo scorcio del 2024 ha inizio il 25 ottobre, quando sarà presentato al pubblico un nuovo allestimento permanente che disegna e completa gli ambienti del piano terra del Castello di San Giorgio con la collezione di pittura e scultura rinascimentale che troverà qui la sua collocazione.

Saranno esposti materiali di proprietà principalmente statale e civica, che illustreranno una straordinaria stagione artistica che iniziò intorno al 1450, quando a Mantova si affermò progressivamente il Rinascimento, incentrato sulla ripresa di forme e ideali classici; indiscusso protagonista di questa età d’oro fu Andrea Mantegna, il quale dominò la scena cittadina per tutta la seconda metà del XV secolo. Gli spazi che ospiteranno il nuovo allestimento, presentano decori databili tra Quattro e Cinquecento, quando il marchese Francesco II Gonzaga abitava queste stanze, poste sul lato settentrionale del Castello e sotto l’appartamento della consorte Isabella d’Este. Proprio la cultura figurativa affermatasi sotto il governo dei due coniugi costituisce l’ultima tappa del percorso che viene presentato, attraverso artisti cari ai marchesi di Mantova: da Domenico Morone a Francesco Bonsignori.

Tra i fregi all’antica, le decorazioni “alla moresca” e gli affreschi delle sale, si snoda pertanto un percorso che raccoglie le importanti vestigia di un’epoca che parte dalla metà del XV secolo, quando il marchese di Mantova era Ludovico II Gonzaga, per arrivare al 1520 circa, quando iniziò il governo di Federico II Gonzaga, grazie al quale sarebbe giunto a Mantova Giulio Romano, artefice di un nuovo corso per le arti a Mantova, chiudendo definitivamente l’esperienza mantegnesca.

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