I cartoni di Raffaello e le altre serie di arazzi

Intorno al 1514 papa Leone X commissionò a Raffaello di disegnare una serie di arazzi destinati alla parte inferiore delle pareti della Cappella Sistina. In questo contesto i tessuti erano chiamati a dialogare con le scene affrescate sulle pareti – ovvero il ciclo con Storie di Cristo e Storie di Mosè eseguito negli anni ’80 del Quattrocento da un’équipe di pittori composta da Pietro Perugino, Luca Signorelli, Sandro Botticelli, Cosimo Rosselli, Domenico Ghirlandaio – nonché con la celebre volta di Michelangelo, inaugurata nel 1512. Raffaello concepisce gli arazzi come se si trattasse di una scena dipinta, uniformando lo spazio e l’azione raffigurata. Per eseguire i cartoni, ovvero i modelli a grandezza naturale, il maestro si avvalse della collaborazione degli allievi, tra cui, con ogni probabilità, anche Giulio Romano che avrebbe in seguito trovato la sua fortuna proprio a Mantova.

Una volta ultimati, i cartoni furono portati a Bruxelles dove, tra il 1516 e il 1521, gli arazzi vennero tessuti presso l’atelier di Pieter van Aelst. Sette pezzi arrivarono a Roma entro la fine del 1519: essi vennero esposti nella Cappella Sistina per la festività di Santo Stefano, suscitando l’ammirazione di molti. I pezzi restanti arrivarono entro il 1521, ma furono allestiti soltanto in occasione delle celebrazioni per la morte di Leone X nel dicembre di quell’anno. Nel corso del Sacco di Roma del 1527 la serie fu rimossa dal Palazzo Apostolico e Ferrante Gonzaga tentò di trasferirla a Mantova ma senza successo poiché la nave destinata al trasporto fu predata dai pirati nel corso del viaggio.

I cartoni raffaelleschi restarono a Bruxelles e furono impiegati per la tessitura di altre serie. Con ogni probabilità nelle intenzioni originali le opere sarebbero dovute tornare presso il committente, che in questo modo si sarebbe garantito l’unicità degli esemplari già realizzati. Tuttavia la morte di Leone X nel 1521 impedì un diretto controllo sui cartoni rendendo perciò possibile il loro successivo utilizzo.

Le prime serie ad essere realizzate furono quelle per il re di Francia Francesco I (acquistata nel 1534; oggi perduta) e per il re d’Inghilterra Enrico VIII (acquistata nel 1542; passata a Berlino nel 1844 e oggi perduta). La serie a Madrid, di proprietà del Patrimonio Nacional, fu tessuta intorno al 1550 e acquistata da Carlo V o da suo figlio Filippo II; allo stesso momento risale la serie mantovana, entrata in possesso del cardinale Ercole Gonzaga. I cicli di Madrid e di Mantova sono costituiti da nove pezzi, ovvero da uno in meno rispetto al ciclo vaticano: risulta infatti mancante la scena di San Paolo in prigione, il cui cartone dovette andare ben presto perduto. Altre serie continuarono ad essere tessute anche nel corso del Seicento. Sebbene tutte le serie citate derivino dagli stessi cartoni, ognuna di essa si differenzia per le bordure, parti per le quali non erano probabilmente disponibili cartoni e che furono perciò personalizzate di volta in volta.

predica San Paolo Cartone e arazzo a confronto 01

Didascalia - sopra, l'immagine del cartone originale conservato al Victoria and Albert musem di Londra, sotto, l'immagine della medesima scena sull'arazzo mantovano.

 

Non sappiamo fino a quale data i cartoni raffaelleschi rimasero a Bruxelles. Nel 1623 sette cartoni furono acquistati dal re d’Inghilterra Carlo I a Genova per essere destinati alla manifattura di arazzi di Mortlake. Queste opere, ancora oggi appartenenti alle collezioni reali inglesi, sono esposte al Victoria and Albert Museum di Londra. Gli altri cartoni sono andati purtroppo perduti.

Vi consigliamo alcuni siti di approfondimento sulle opere citate.
Per la serie della Cappella Sistina, oggi conservata presso i Musei Vaticani:
http://www.museivaticani.va/content/museivaticani/it/eventi-e-novita/iniziative/Eventi/2020/500-anni-morte-raffaello-arazzi-in-cappella-sistina.html
Per i cartoni del Victoria and Albert:
https://www.vam.ac.uk/articles/the-story-of-the-raphael-cartoons

(MZ)

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